A chi spetta il permesso retribuito per il lutto

Roberto Maggioni • 22 agosto 2023

Il decesso di una persona cara o di un familiare è un momento che si caratterizza per l’intensità del rapporto che viene meno. La sofferenza che accompagna gran parte dei giorni, si somma alle difficoltà psicologiche nell’andare avanti con le pratiche burocratiche per la gestione del funerale tra l’organizzazione e l’avvisare i parenti. Tale accadimento infatti pone ad esempio i figli di un genitore scomparso nella posizione di dover organizzare ogni aspetto e incastrare i vari impegni lavorativi con quelli per gli incontri con le onoranze funebri, con la chiesa e con tutti i soggetti che concorrono all’organizzazione. In una simile situazione, si necessita di tempo e di energie per rispondere con la dovuta accortezza a ogni impegno. Lo scopo è, infatti, quello di superare il più serenamente possibile una così dolorosa circostanza.

Le disposizioni di legge

In una simile circostanza, è certamente un sollievo scoprire che la legge italiana prevede alcune fattispecie che vanno incontro ai parenti del defunto per concedere delle condizioni lavorative di più ampio respiro al fine di organizzare in totale serenità il funerale del proprio caro scomparso. Le disposizioni di legge oggi in vigore sono indirizzate ai lavoratori dipendenti e permettono di ottenere un permesso che li solleva dall’occupazione per dedicarsi interamente al lutto, sia sotto il profilo psicologico che prettamente pratico. Tutti i lavoratori dipendenti, quindi, hanno diritto a tre giorni lavorativi compresi nell’arco temporale di un anno , giustificati come permesso retribuito per lutto che può essere fatto valere per la morte, ad esempio, del coniuge o di un perente che non superi, però, il secondo grado di consanguineità. Il permesso comprende però anche un’altra fattispecie. Non sono solo i parenti legati da vincolo di sangue a essere ammessi al permesso retribuito. La legge, infatti, prevede che si possa usufruire di questa concessione anche per la morte di un convivente . In tal caso, infatti il lavoratore può procedere seguendo un iter ben definito. Occorre, in primo luogo, informare il proprio datore di lavoro dell’accaduto avendo cura di fornire allo stesso i giorni nei quali si intende chiedere il permesso . Va sottolineata una caratteristica peculiare di quest’opportunità. I giorni da dover dedicare al funerale e alla sua organizzazione possono essere non consecutivi . Questa è una grande opportunità per non intaccare il proprio lavoro potendo quindi sfruttare al massimo il permesso retribuito unicamente nei giorni nei quali ad esempio si fissano i vari appuntamenti con le pompe funebri e i parenti. L’iter di richiesta prosegue poi con la consegna della documentazione riguardante la procedura . Da quest’ultima si deve desumere chiaramente la morte della persona cara o, alternativamente, la presenza di una dichiarazione sostitutiva se prevista. Tutto ciò ha, però, un limite temporale entro il quale poter avviare la richiesta. La procedura per presentare richiesta di permesso per lutto dev’essere fatta obbligatoriamente entro sette giorni dal decesso del parente o convivente.

A chi spetta il permesso retribuito per il lutto

La legge italiana prevede che il permesso possa essere richiesto in seguito alla morte di persone collegate al nucleo familiare più stretto. Da questa definizione si desume che vengono accolte le richieste da parte di genitori o figli, fratelli o sorelle, nipoti o nonni. Tali dinamiche possono essere influenzate da alcuni contratti collettivi nazionali che ampliano le possibilità comprendendo le cosiddette figure aggiuntive. In questi casi, infatti, è possibile prevedere la facoltà di richiesta anche per decessi di altre figure familiari non previste dalla legge. Ecco perché è possibile richiedere il permesso anche per la morte di un genero, di una cognata, di un suocero o di uno zio. Nel caso il proprio contratto collettivo lo preveda, tali richieste sono valide a tutti gli effetti. Alternativamente, è possibile fare richiesta di un permesso non retribuito che verrà recuperato in base alle modalità prescritte dal contratto collettivo. In questo caso, è preferibile motivare la richiesta in quanto, in mancanza di una motivazione, il datore potrebbe rifiutarsi di approvare il permesso, anche non retribuito. Tramite la motivazione si esclude la fattispecie di permesso per “motivi personali” e quindi la richiesta acquisisce un livello d’importanza maggiore. Va ricordato che alcuni CCNL prevedono l’accesso a tre giorni di permesso retribuito per ogni evento luttuoso , nel caso della scomparsa di più parenti.

I servizi funebri Roberto Maggioni

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